“ In questa notte di incubi e terrore, ritrovo dinanzi a me i fantasmi del passato. Essi danzano con le angosce del mio futuro intorno a quel fuoco ormai in fin di vita. Ancora sanguinante, tendo il mio cuore verso le sue mani. Ma quell'ombra, che nella mia misera vita ha rappresentato la luce, ora artefice della mia morte, si allontana per sempre dalle mie brame. Non mi rimane che la notte..”

mercoledì 29 dicembre 2010

2° Paradosso

E' facile provare dolore, come anche parlarne; chiunque potrebbe scrivere testi su testi sul male che prova, e su quanto ami non provare ad eluderlo, il male.

" Una lama trafigge il mio corpo, le mie lacrime nere celano dentro di se l'urlo di mille ricordi andati perduti. Come un'anima sola alla deriva rifuggo dal sole che con tanto ardore ha provato a bruciarmi."
Una semplice frase scritta al momento, senza neanche pensare realmente al dolore, basta solo un pò di pratica, e chiunque può rendersi portavoce del dolore.

La difficoltà è altrove.
E' qui un secondo paradosso.
E' semplice provar dolore, il difficile sta nell'amare!

Per poter scrivere dell'amore, della luce, della bontà...allora sì che devo richiamare a me tutte le emozioni e le passioni possibili.
Il dolore ti rende forte ma anche sterile, è con l'amore che il dolore muta in ciò che noi chiamiamo Vita.
Pertanto anche se la via più facile è celarsi nel proprio dolore, mio caro lettore, ricordati che è l'Amore l'unica luce in grado di dare un senso a questo dolore, e alle nostre esistenze.
Se è necessario...ricordalo anche a me!

23.34

martedì 28 dicembre 2010

Make up of me



In questo mondo cybernetico fatto di computer, software e microchip è naturale che anche la società si aggiorni e si adatti; Tanti robottini deambulanti che parlano per frasi già fatte, e parole già sentite.
E' la nuova epoque, anzi the new age, poichè parlare inglese rende sempre all'avanguardia, non vorremmo mica essere scambiati per qualcosa di troppo sdolcinato, vade retro lingua latina!
Naturalmente il mercato della banalità ce ne propone di vari modelli: Dalla bambola tacchi a spillo alla gotica sofferente, dal profeta della moda allo sciatto pseudo virile.
Non nego che traggo piacere nell'aumentare la mia autostima intellettuale quando provo ad instaurare un discorso sensato con loro, ma in conclusione vi è soltanto tanta incredulità per la tanta stupidà.
Sia chiaro che per stupidità non intendo coloro che ignorano uno scrittore, un poema o un filosofo, quella è ignoranza, che tutti possiedono poichè il tutto è inconoscibile!
Per stupidità mi rivolgo a coloro che misconoscono la capacità di pensare, di astrarre, ma soprattutto a quelli dei " sono fatto cosi, e nessuno mi può cambiare"....nulla di più sbagliato.
Pertanto, nella miseria di pensiero, mi diverto a vestire le loro maschere, i loro stereotipi, confondendoli nel cambio repentino. 
La meravigliosità dell'essere risiede nella diversità, madre del pensiero autentico ma innanzitutto Unico.

14.25

sabato 25 dicembre 2010

Buon Natale

Natale. 
Come dovrei essere?
Nei miei 22 anni di vita trascorsi nella scrupolosa, o quasi, analisi dei miei sentimenti, ho sempre fallito nel tentativo di capire cosa provo riguardo al Natale. 
A primo impatto penso a una coperta: Calda, ma rintronante.
La bipolarità del Natale mi ha sempre lasciato perplesso. Una maniacale nostalgia, iperesaltazione del fuoco famigliare! Gioia e Bontà (apparente) spacciata per valori religiosi.
Si viene a creare una sorta di finzione, un enorme carnevale, dove tutti e tutto deve essere perfettamente felice, e in compagnia! Guai se qualcuno resta solo, non può! E basta con questo ateo cinismo: Bisogna Amare.....di un amore dettato da loro.
Quindi ci si ritrova imbellettati, infiocchettati, con tanta morbidezza, candore, luccichii, e qualsiasi cosa possa arricchire la pacchianità del momento, perchè ricordiamocelo a Natale nulla è mai troppo.
Perciò con un misto di finta gioia, nostalgia, e tanta nausea per la vista e per l'udito, si continua a recitare le nostre parti.
Niente di meglio, una mascherà è sempre pronta all'utilizzo.


19.34



giovedì 23 dicembre 2010

Sognando (finale)

Imploro l'Ego di aiutarmi, di darmi cibo, e dissetarmi; ma dietro quella gloriosità si cela solo la povertà. Lei è vuota e disperata, perchè è sola e opacizzata.
Senza troppo dilungare, chiudo gli occhi per meditare. Al risveglio della mente, mi trovo sulla collina nuovamente.
Sono arrivato alla partenza, fiero e degno di conoscenza.
Per una mano, io porto l'Ego, negli occhi forti la Speranza.
Dietro di me vi è la Morte, nel ricordarmi quanto sia magnifica la Vita e alla mia destra con amore e amicizia, il Cuore lecca la mia ferita.

mercoledì 22 dicembre 2010

Sognando (part 2)

A sentir quelle parole, la paura prende il potere e notando il mio terrore, mi graffia per l’offesa e indignato fugge via.
A ferita ancora fresca mi rivolgo verso la Morte: “Ah, l’amore” canzona ridendo.
Risentito per l’accaduto,  e impaurito per il ritorno della bestia, una cupola di diamante decido di architettare, ma all’ultimo tassello il caos ha la meglio.
Quando l’armonia vince sul caos, del bosco ne rimane le ceneri, e da quest’ultime la bianca fenice gloriosa prende il volo.
Dal suo canto lacrime calde bagnano il mio viso:
Inevitabilmente sono la Speranza, che anche se distrutta dalle chimeriche emozioni, nella tua anima dimorerò.”  Tramutandosi in una fiamma, nei miei occhi va a poggiarsi.
Colmato di nuova energia,  osservo la cenere divenire deserto, ed una voce  leziosa ed arrogante richiama a se la mia attenzione.
“ Senza di me il nulla,  sono l’Ego d’ogni cosa”
Una bambina, vestita di merli rosa e luccicanti rubini , siede imperiosa su un trono dorato e superba domina il deserto desolante, con un sorriso vuoto quanto beffardo.
“ Non ho amici, non ho amori, ma per lo meno non ho dolori. Sono figlia della libertà e di questa terra rigogliosa io fiera sono la sovrana”.

Sognando (part 1)

Avvolto dalle tenebre, con la sola compagnia dell'amica Luna, scendo giù per la collina.
Arrivato a valle, ritrovo dinanzi a me quell'enorme lago.
Nel mezzo delle acque sovrasta imponente un macigno, con sopra una casa in legno che, del paesaggio circostante, ne è la regina.
Sospinto da un vento impietoso, mi ritrovo sbattuto dentro la sala di quella dimora, dove un giudicante giudicatore, con occhi di fuoco, ed un'ugola vibrante, grida tonante:
" Se nella vita ti sei perso e del tempo ne fai un vanto,
Allora  ammira la tua ombra, e ricordati chi sei.."
Ancora frastornato dalla dolente botta, e dal chiassoso ammonimento, inizio a cercare giù per il pavimento la mia pavida ombra, ma al suo posto una sagoma nera con un lungo cappuccio e una sottile falce ride ironicamente della mia vita.
Senza altro dichiarare, mi buttan fuori dalla dimora, e assieme a  colei che  è la Morte, continuo il mio cammino, in un sentiero assai contorto, che porta alle profondità di un tetro bosco.
Giunto nel cuore della selva, mi impadronisco di una lecita stanchezza e bivaccando con la Morte, un profilo diffidente si avvicina verso il noi. E' una bianca coda, con movenze ora lente e amalianti, ora rapide e irritanti.
Come amici di vecchia data, la Morte ed il felino si salutano con affetto assai sentito, e scorgendo il mio stupore, quest'ultimo si presenta con candore. "Sono il cuore", annuncia lui, "sono sia l'odio che l'amore".

martedì 21 dicembre 2010

Musicopatico

Immagino che per voi possa sembrare del tutto normale la forte influenza della musica sulle nostre emozioni, sul nostro stato d'animo.
...Possibile?!
Siamo costantemente, o quasi, convinti di essere padroni di noi stessi, del nostro cervello, e i più temerari anche del proprio cuore, e invece bastano poche note, una melodia, per ritrovarci in perfetto accordo con essa, a danzare tra le righe del pentagramma, saltando di nota in nota, con la chiave (di violino) pronta a colorare la nostra anima.
E se la musica è pari alle emozioni, allora è vero anche il contrario! Ed eccoli allora, gli amanti del rock dichiarare guerra a coloro che del pop ne fanno un'arte; metal contro jazz; lirica contro rep; svariati Ego proiettati in ciò che in origine era la voce della luce, sinfonia allo stato puro.

In primis, diede voce alla luce;
Infine la macchiò con la propria essenza;
... da lì la musica.

15.59

lunedì 20 dicembre 2010

Sì! Lo voglio!

Parlando di sesso, non si sa mai che reazione puoi ricevere, infatti proprio grazie a questa ancestrale e censurata tematica che è possibile capire con chi si ha a che fare.
Moralità o Volgarità, il sesso da sempre fa parte di ognuno di noi e come uno strumento in mano all'uomo, sta a noi deciderne l'uso e i fini....ovvio!
Ed ecco allora che ci sbizzarriamo nelle più disparate e bizzare forme orgasmische:
Tutto per una penetrazione...
....o forse no?
Anche se il più delle volte, quando si pensa al sesso, si fanstastica su un pene (o più) e su un buco (a vostra scelta), non sempre questa accoppiata è vincente!
Certo, perchè le lesbiche sono riuscite a complicare l'unico lato semplice delle donne

Si inizia, gli sguardi si incontrano, un pò di malizia, o finta innocenza. Le prime son le labbra, si toccano, e inizia il duello, o meglio, il duetto di lingue smaniose e vogliose; a seguire le mani, ad esplorare e provocare, nella disperata ricerca del tutto che possa appagare quell'insaziabile voglia che profuma di carne. Infine il corpo intero, che si unisce fisicamente uno dentro l'altro, uno assieme all'altro, per evolversi in una creatura mai vista: Un unico corpo, due anime !
Un mostro... ecco allora....a cosa serve l'amore!

E' nel sesso, l'unione dei corpi
E' nell'amore, il sesso delle anime,
E' dal sesso, che nasce il mostro
E' dall'amore, che diventa Armonia.

14.15








sabato 18 dicembre 2010

Chocolat

Il pensiero felice è uno dei modi migliori per sorridere. Quando il pensiero felice rivolto verso qualcuno perde l'importanza del destinatario, ma assume valore proprio, a se stante, allora vale veramente la pena perdere parte della proprio vita verso quel pensiero.
Un esempio lampante sono io, una mia amica e il Chocolat. Naturalmente la mia amica, per essere considerata tale, è una che molti, e forse anche io, definirebbero strana: iperstimolata, iperstimolante, senza apparenti freni morali, al limite dello smielato e del "povera illusa". Una mia degna amica insomma. Il Chocolat invece, dal nome cosi parigino, non è altro che un bar avente poco da spartire con il rinomato film.
Davanti a un caffè, raccontavo di una persona, un inibito, ansioso, degno protagonista dei racconti del caro Italo. Ma non mi importava, avevo bisogno di un pensiero felice, contava poco chi fosse il destinatario, dovevo mantenere viva la speranza.
La speranza di poter ancora provare emozioni.
Ed allora avemmo la felice idea: scriviamogli qualcosa, per smuoverlo, svegliarlo!
E così, su un tovagliolo da bar, scrissi.
"Ammiro la tua ombra aver paura di prender vita. Nella speranza che quest'ombra possa diventare luce.. attendo..."


....tutto inutile!


12:04

venerdì 17 dicembre 2010

Paradossi

Camminando per la mia vita, parlando, osservando, ascoltando, toccando e sentendo, sono arrivato alla conclusione quasi scontata che l'esistenza di chiunque è fondata su paradossi.
I meno attenti o i più stupidi sicuramente neanche ci fanno caso, oppure preferiscono non pensarci, poichè fondamentalmente non si ottiene alcuna utilità nel filosofeggiare troppo, se non un gran mal di testa e una forte melanconia per i meno esperti.
Chi invece ama dilettarsi nella contemplazione del caos che sta alla base del tutto, allora converrà con me nell'affermare che senza filosofia non ci sarebbe un senso valido per continuare a respirare.
Badate bene che quando scrivo di filosofia, non mi riferisco unicamente a quella prodotta dai nostri grandi antenati, o a quella di plurilaureati ai giorni nostri, ma anche al nostro comune vagare e curiosare con e nella mente, al nostro chiederci il perchè e il motivo per ogni cosa, evento o persona, e infine al nostro estremo tentativo di scagliare la nostra anima nell'universo.
Il primo paradosso naturalmente riguarda l'amore, il nostro ego e sempre e comunque una terza persona:
Cercare il nostro bene nel cuore dell'altro.
Dovrei continuare a scrivere, spiegarlo o commentarlo...scusatemi, ma è tutto lì...

14.55

giovedì 16 dicembre 2010

Avvio

Ci mancava soltanto che iniziassi a scrivere un blog, sì perchè fondamentalmente post it, diari, agende e fogli sparsi non bastano più per scrivere il proprio pensiero. Siamo nell'era del virtuale, del digitale, del facebookiano!
In un'era di link, di post, di tag, dove ognuno parla per bocca di qualcun'altro...
Ed eccoli, i più grandi scrittori, filosofi e poeti ritornare in vita, per essere citati da persone troppo stupide per capire il senso delle loro frasi, e troppo idiote per formarne di proprie.
Perchè allora scrivo? Bhe...essenzialmente perchè un diario, un post it, una agenda, non troverà lettore all'infuori di me, o di qualche amico o amica realmente curioso di conoscere il mio Io o di valorizzare il mio Ego..
Pertanto, con l'illusione vana di poter essere letto da chiunque abbia tempo e voglia da perdere, mi diletto nel scrivere brevi pensieri o frammenti di una vita...