“ In questa notte di incubi e terrore, ritrovo dinanzi a me i fantasmi del passato. Essi danzano con le angosce del mio futuro intorno a quel fuoco ormai in fin di vita. Ancora sanguinante, tendo il mio cuore verso le sue mani. Ma quell'ombra, che nella mia misera vita ha rappresentato la luce, ora artefice della mia morte, si allontana per sempre dalle mie brame. Non mi rimane che la notte..”

domenica 13 febbraio 2011

Vita silente

Esprimo la mia folle rabbia.
Sono stanco di tutto questo eterno ciarlare, sembra che talvolta l'uomo non è in grado di fare altro, d'altro canto vi è il contrario, l'esasperazione dell'incomprensione, nata dall'urlarsi l'uno contro l'altro.
Bisognerebbe toccarsi. Non è semplice, credetemi.
Provate ad abbracciare, a toccare il petto di una persona alpitante. Provate a domandare "scusa, posso accarezzarti?", non sempre la risposta sarebbe affermativa.
Essenzialmente la crisi dell'uomo sta proprio in tale strumento, la parola.
Smettiamola di dire ti amo, amiamo.
....e forse, con i gesti, le nostre azioni potrebbero essere anche più coerenti.
Forse con le lacrime saremmo veramente tristi, ma solo allora e non per sempre;
Forse con il riso saremmo felici e sereni godendoci una vita liberata da ogni significato, pregna solo di significanti.

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